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Gianluca Pino

Consulente Finanziario a Roma | Private Banker Banca Generali

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Commento Mensile

📕 Commento Mensile

QUADRO MACROECONOMICO

Nel mese di giugno il quadro macroeconomico globale si è distinto per la sua eterogeneità sempre più marcata: l’economia negli Stati Uniti rimane solida nonostante l’incertezza relativa alle politiche commerciali, sostenuta da un mercato del lavoro ancora piuttosto robusto; l’Eurozona ha manifestato una ripresa più graduale, con segnali positivi nel settore dei servizi e una BCE ormai verso la fine del ciclo di allentamento monetario. Tali indicazioni sono confermate dai leading indicators con USA ed Eurozona a due velocità. La Cina, invece, affronta sfide strutturali, in particolare nel settore immobiliare, con pressioni deflazionistiche che spingono la People’s Bank of China a mantenere politiche più accomodanti a supporto della crescita., mentre la Cina vede la sua crescita trainata dai servizi, con il manifatturiero ancora in difficoltà

STATI UNITI

La terza lettura del PIL per il 1Q25 ha mostrato una contrazione a un tasso annualizzato dello 0,5%, un calo più marcato rispetto alla seconda stima (-0,2%). Il dato è stato guidato da significative revisioni al ribasso dei consumi personali e delle esportazioni. La Fed ha confermato i tassi di interesse al 4,25%-4,50%, reiterando un atteggiamento cauto per valutare appieno l’impatto economico delle politiche economiche relative a dazi e immigrazione. I dati dell’inflazione supportano tale decisione, con il CPI in aumento da 2,3% a 2,4% su base annua a maggio.

EUROPA

Nel primo trimestre dell’anno, il PIL destagionalizzato dell’Eurozona è aumentato dello 0,6% rispetto al trimestre precedente, secondo una stima pubblicata da Eurostat. L’IPC dell’Eurozona è scesa all’1,9% su base annua a maggio: è la prima volta che l’inflazione scende al di sotto dell’obiettivo del 2,0% della BCE da settembre 2024. Infatti l’istituto centrale ha proseguito con l’allentamento della politica monetaria restrittiva, portando il Deposit Facility Rate al 2%. C. Lagarde ha inoltre affermato che, con questo taglio, la banca centrale si è avvicinata alla fine del ciclo di allentamento dei tassi.

GIAPPONE

Il PIL si è contratto dello 0,2% annualizzato nei primi tre mesi dell’anno, in calo rispetto al dato preliminare (0,7%). Segnali di rallentamento anche dalle vendite al dettaglio di maggio (+2,2% m/m), inferiori alle attese (2,5% m/m), e dalla produzione industriale con una crescita pari a +0,5% m/m inferiore alle attese (+3,5% m/m), suggerendo una domanda interna ancora fragile. La BOJ ha lasciato invariati i tassi di riferimento allo 0,50%, ribadendo il suo piano di ridurre gli acquisti di titoli di Stato giapponesi di JPY 400 miliardi a trimestre fino a marzo 2026.

CINA

La PBoC ha mantenuto i tassi LPR, a uno e cinque anni, fermi rispettivamente a 3,00% e 3,50%. La decisione è arrivata in mezzo a dati economici contrastanti che suggeriscono che il Paese è sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo di crescita del PIL nonostante i nuovi dazi statunitensi. Le vendite al dettaglio sono cresciute a ritmo sostenuto a maggio (+6,4% m/m) evidenziato un recupero dei consumi temporaneo sostenuto da un pacchetto di stimoli varato dal governo riguardante la permuta di elettrodomestici e beni di consumo.

OUTLOOK

L’economia globale continua a mostrare segnali di tenuta, ma l’approssimarsi di appuntamenti chiave alimenta nuove incertezze, che potrebbero tradursi nel breve periodo in fasi di volatilità.
Negli USA, si è giunti alla fase finale di riconciliazione alla Camera del pacchetto fiscale di Trump, che spinge per l’approvazione entro il 4 luglio. Mentre procedono i negoziati commerciali tra USA
e i principali Paesi, il 9 luglio terminerà il periodo di sospensione dei dazi reciproci del Liberation Day. Dopo l’accordo commerciale con la Cina, che ha ridotto le tensioni ma non le incertezze, si
attende un accordo anche con l’Unione Europea. Sullo sfondo, aumentano i rischi esogeni, con le tensioni geopolitiche in Medioriente che complicano il quadro. Il pacchetto fiscale di Trump al
vaglio del Senato sarà meno espansivo di quanto annunciato in campagna elettorale, ma si conferma comunque supportivo della crescita. In Eurozona, le politiche fiscali nazionali, soprattutto in
Germania, rafforzano il sostegno alla crescita. In Cina, le autorità si preparano a nuovi stimoli per sostenere l’obiettivo di crescita del 5% annuo. Mentre la BCE è prossima a concludere il proprio
ciclo di allentamento, la Fed si trova in una fase di attenta osservazione. La divisione interna al FOMC sul percorso dei tassi, unita all’incertezza sui complessi effetti delle tariffe sull’inflazione e
sull’economia, suggerisce che la banca centrale statunitense manterrà la «massima opzionalità» nelle future mosse.

 CRESCITA ECONOMICA 

Rallentamento ma non recessione grazie al supporto di politiche economiche espansive.
Crescita USA potenzialmente più colpita dai dazi, ma comunque positiva. 

La combinazione di politiche fiscali espansive e di un approccio commerciale meno
conflittuale e più negoziale da parte degli Stati Uniti supporta l’ipotesi di un rallentamento
economico tale da non compromettere una crescita comunque positiva a livello globale e
nelle principali economie.
Gli Stati Uniti saranno maggiormente colpiti dalle politiche commerciali dell’amministrazione
Trump, mentre il rallentamento in Eurozona nel biennio in corso dovrebbe dimostrarsi
proporzionalmente più contenuto, seppur il blocco europeo sia atteso crescere a ritmi
inferiori rispetto agli USA.
Gli hard data potrebbero impiegare ancora del tempo per riflettere la debolezza già osservata
negli indicatori anticipatori. In quest’ottica, sarà cruciale verificare se e in quale misura il
deterioramento del sentiment si tradurrà nelle decisioni di spesa e investimento “bottom-up”
degli operatori economici. 

INFLAZIONE 

L’approccio negoziale nelle politiche commerciali contiene gli effetti inflattivi dei dazi.
Possibili riaccelerazioni temporanee dei prezzi negli USA. 

L’inflazione nell’Eurozona si conferma sotto controllo, con il CPI Headline sceso al di sotto
del target del 2%. Ulteriori progressi sul sentiero disinflattivo in quest’area dovrebbero essere
limitati.
Negli Stati Uniti, si prevede una possibile riaccelerazione temporanea dei prezzi durante
l’estate. Questo è attribuibile al blocco dei commerci post-”Liberation Day” e ai primi effetti
dell’introduzione dei dazi. Le aspettative di inflazione dei consumatori statunitensi e i prezzi
pagati dai produttori (ISM Price Index) sono già in aumento.
Un approccio pragmatico nell’applicazione delle politiche commerciali protezionistiche è
fondamentale per contenere gli effetti inflattivi di dazi e tariffe. Sebbene il tasso tariffario
effettivo applicato dagli USA rimanga elevato (circa 14% rispetto al 2,5% pre-Trump), accordi
temporanei (come quello tra USA e Cina) hanno rimosso il “worst case scenario”, contribuendo
a limitare un rischio inflattivo significativo derivante dai dazi.

POLITICHE ECONOMICHE 

Politiche monetarie coerenti con l’evoluzione del contesto economico di riferimento
controbilanceranno gli effetti inflattivi di politiche fiscali espansive e dell’introduzione dei
dazi. 

Le politiche fiscali continueranno a sostenere il ciclo economico nelle principali economie,
confermandosi espansive.
Le banche centrali manterranno un approccio “data dependent” e opereranno in linea con
la fase del ciclo economico dei rispettivi blocchi. Come conseguenza, le politiche monetarie
nelle principali economie potranno dimostrarsi, progressivamente, sempre meno convergenti.
Se la de-escalation delle tensioni commerciali dovesse proseguire e i dati economici USA
continuassero a mostrare resilienza, la Fed potrebbe non aver bisogno di intervenire nel corso
dell’anno con i due tagli dei tassi attualmente scontati dal mercato.
La BCE ha confermato di essere in dirittura d’arrivo nel ciclo di taglio dei tassi. Gli operatori
prezzano implicitamente la possibilità di un ultimo intervento espansivo entro la fine dell’anno.

RISCHI 

I rischi esogeni assumono un rilievo maggiore rispetto al recente passato. 

Se entro il 9 luglio gli USA non giungessero ad accordi commerciali definitivi con i principali partners commerciali si potrebbe assistere ad un’escalation dei dazi applicati. Simili circostanze avrebbero impatti diretti sui livelli inflattivi e sulla fiducia degli operatori. Questo potrebbe aumentare la probabilità di uno scenario recessivo in caso di forte impatto sulla crescita, o stagflattivo se a un impatto sulla crescita si accompagnasse una rapida risalita dell’inflazione oltre la media di lungo periodo. Nonostante il cessate il fuoco in essere, il conflitto Israele-Iran rappresenta una nuova fonte di tensioni internazionali i cui esiti politici, economici e finanziari sono ancora poco decifrabili.

Gianluca Pino

Consulente Finanziario

Come consulente finanziario, ho avuto l’onore di proteggere e pianificare gli investimenti di numerose famiglie italiane per 25 anni, ispirandomi ai valori di un buon padre di famiglia. La mia attività si distingue per l’innovazione, la tecnologia, la qualità del servizio e il valore delle persone.

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Dott.Gianluca Pino | Iscritto all’albo unico dei Consulenti Finanziari sez. I Calabria Delibera n. 11992 del 01/06/1999