Commento Mensile

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QUADRO MACROECONOMICO

Lo scenario economico continua ad essere caratterizzato dal consolidamento della crescita a livello globale, come confermato dalle previsioni del FMI pubblicate ad ottobre. L’attività economica negli USA si dimostra resiliente, seppur non in accelerazione; mentre si sta assistendo ad un rallentamento in Eurozona e Cina, mitigato dagli interventi accomodanti delle rispettive banche centrali. Il processo disinflattivo ha raggiunto ormai una fase avanzata nelle principali economie, creando le condizioni per l’allentamento delle politiche monetarie in molti Paesi. Sullo sfondo, permane incertezza sull’evoluzione dei conflitti bellici in essere e uno degli anni elettorali più intensi di sempre si appresta al termine, con le elezioni negli USA come evento finale.

STATI UNITI

I dati economici pubblicati nel corso del mese di ottobre negli USA supportano la crescita costante dell’economia statunitense, nonostante gli effetti causati da alcuni eventi isolati, quali l’uragano Helene e di Milton, e uno sciopero prolungato dei lavoratori portuali americani che hanno avuto un impatto negativo sul mercato del lavoro. Il dato PMI composito pubblicato dall’S&P Global Flash ha registrato una ripresa rispetto al mese precedente attestandosi a 54,3: l’attività commerciale statunitense è rimasta solida grazie a una crescita omogenea dei settori. Il PMI dei servizi si è attestato in marginale aumento (da 55,2 a 55,3) spinto dalla più forte ripresa dei nuovi ordini da aprile 2022; il PMI manifatturiero è salito da 47,3 a 47,8, superando le previsioni di 47,5 ma rimanendo ancora in territorio di contrazione. Hanno sorpreso al rialzo i dati sui consumi, principale motore dell’economia a stelle e strisce, con le vendite al dettaglio di luglio che sono cresciute oltre le attese (0,4% m/m contro 0,3% stimato e lo 0,1% precedente). La spesa è rimasta nel complesso stabile negli ultimi mesi, nonostante la sfida degli alti costi di finanziamento e l’incertezza in vista delle elezioni di novembre. Anche l’indagine sulla fiducia dei consumatori a cura del Conference Board per il mese di ottobre ha rappresentato un segnale di slancio da parte dei consumatori, sia in relazione alla valutazione sulla situazione corrente (da 124,3 a 138) sia sulle aspettative (da 81,7 a 89,1). Nella nota del Conference Board emerge che le valutazioni dei consumatori sulle prospettive aziendali e sul mercato del lavoro sono migliorare rispetto al mese precedente, mentre sono rimaste invariate le prospettive di reddito. La riunione del FOMC di ottobre ha confermato che il raggiungimento dell’obiettivo di piena occupazione ora è prioritario tanto quanto la stabilità dei prezzi, grazie ad una «maggiore fiducia» nel processo di disinflazione. Infatti, i dati di inflazione misurati dall’indice dei prezzi della spesa per consumi personali (deflatore PCE), non hanno destato preoccupazioni a settembre: la variazione annua è calata a +2,1% (+2,3% rivista ad agosto). L’inflazione core PCE, che esclude alimentari ed energia, ha registrato una lieve accelerazione su base mensile da 0,2% a 0,3%, e su base annua stabile al 2,7%. Gli ultimi dati sul mercato del lavoro relativi al mese di ottobre sono stati influenzati negativamente da eventi metereologici e sociali senza tuttavia manifestare segnali di tracollo. L’economia statunitense ha creato solo 12 mila nuovi posti di lavoro, in numero inferiore alle attese (110 mila), e i dati relativi a settembre sono stati rivisti al ribasso di 31 mila unità complessive. Dall’Employment Report emerge che le perdite di posti di lavoro si sono concentrate nei settori che tendono ad impiegare lavoratori a ore, un gruppo che tende a essere maggiormente colpito dalle chiusure delle attività commerciali dovute alle condizioni meteorologiche. II tasso di disoccupazione si è stabilizzato al 4,1%, così come i salari orari rimasti invariati al 0,4% su base mensile.

EUROPANel 3Q 2024 l’economia dell’Eurozona ha mostrato una crescita del PIL superiore alle attese, pari allo 0,4 t/t (0,9 a/a). La sorpresa più grande è arrivata dalla Germania, che è cresciuta dello 0,2% t/t, segnale positivo date le conclamate difficoltà del settore industriale. Nonostante questo le previsioni del FMI mostrano le principali economie crescere meno dell’1% nel 2025, un ritmo inferiore rispetto a quanto precedentemente stimato. Il PMI composito di ottobre è rimasto pressoché invariato, attestandosi a 49,7 da 49,6; la principale fonte di debolezza continua ad essere il settore manifatturiero (indice PMI a 45,9 da 45), ancora sotto il livello di contrazione per il 28° mese consecutivo. Il dato europeo è stato trainato al ribasso principalmente dalla debolezza della Francia dove il PMI composito si è ridotto a 47,3 (da 48,6) guidato da un calo nelle componenti produzione e servizi. Durante il meeting di ottobre la BCE ha tagliato i tassi di interesse di 25bp portando il tasso sui depositi al 3,25%. La presidente Lagarde ha ribadito che l’area euro non va verso una recessione ma verso un «atterraggio morbido», anche se le prospettive di crescita rimangono incerte. Inoltre ha manifestato prudenza circa l’entità delle prossime mosse in quanto ci si aspetta una risalita dell’inflazione nei mesi a venire a causa degli effetti base, come testimoniato dal dato preliminare del CPI europeo di ottobre (+2,0% a/a vs +1,7% a/a del mese precedente).

GIAPPONE

L’economia giapponese ha mostrato segnali contrastanti nel mese di ottobre, con dati consuntivi sulla crescita in modesto miglioramento, ma dati prospettici in chiaro scuro. Il PMI composito di ottobre è risultato inferiore rispetto alla rilevazione precedente (da 52 a 49,4), a causa di un peggioramento sia dell’indice dei servizi (da 53,1 a 49,3) che dell’indice manifatturiero (da 49,7 a 49), ormai entrambi sotto la soglia della contrazione. Le esportazioni hanno registrato il calo più forte da febbraio 2021 (-1,7% a/a) guidate dal settore auto, dai combustibili minerali e dai macchinari per l’edilizia. L’unico segnale di slancio arriva dal settore automobilistico che ha supportato la ripresa della produzione industriale (+1,4% m/m) dopo il forte calo del mese precedente (-3,3% m/m). L’inflazione a ottobre per l’area di Tokyo si è ridotta dal 2,2% a 1,8% a/a, guidata da una crescita più debole dei prezzi dell’energia. Tuttavia l’indice «core» è aumentato da 1,6% a 1,8% a/a, deludendo le stime degli analisti (1,6% a/a), segnale di un’inflazione ancora vischiosa che potrebbe aumentare le preoccupazioni della BOJ. Infatti nella riunione del 31 ottobre la BOJ ha mantenuto invariati i tassi di riferimento; nel meeting è emerso che l’istituto proseguirà nel sentiero restrittivo a condizione che l’inflazione domestica si dimostri in linea con il target.

CINA

Il PIL cinese è aumentato del 4,6% nel 3Q 2024 su base annua, il ritmo più lento degli ultimi sei trimestri. Nonostante alcuni segnali positivi emersi a settembre, come la crescita della produzione industriale del 5,4% a/a (dal 4,5% a/a) e l’aumento delle vendite al dettaglio dal 2,1% a/a al 3,2% a/a, le prospettive di ripresa a breve termine rimangono piuttosto stagnanti. Questo rallentamento riflette le persistenti sfide che l’economia cinese sta affrontando, tra cui la crisi del settore immobiliare, la debole domanda interna e le tensioni commerciali con i Paesi occidentali. Incoraggiante il report PMI di ottobre: PMI Composito in aumento (50,8 da 50,4), con l’indice relativo all’attività manifatturiera in ripresa per la prima volta in sei mesi (da 49,8 a 50,1), e il settore dei servizi che ha superato la soglia di espansione (da 50 a 50,2). A ottobre la PBoC ha tagliato i principali tassi di interesse portandoli a nuovi minimi, intensificando così i propri sforzi per sostenere l’economia domestica. Il tasso primario sui prestiti a 1 anno, il punto di riferimento per la maggior parte dei prestiti alle imprese e alle famiglie, è stato ridotto di 25 punti base al 3,1%, e il tasso a 5 anni, riferimento per i mutui immobiliari, è stato ridotto dello stesso margine al 3,6%.

OUTLOOK

CRESCITA ECONOMICA 

Secondo il FMI, il PIL mondiale dovrebbe crescere del 3,2% nel 2024. La crescita economica globale nel 2024 sarà, tuttavia, disomogenea. Gli Stati Uniti, con una crescita del PIL prevista al 2,8%, si confermeranno uno dei principali motori della crescita globale, grazie ai consumi interni robusti supportati da salari reali in aumento e da un mercato del lavoro ancora relativamente solido. L’Eurozona, invece, potrebbe soffrire per la debolezza del settore manifatturiero, soprattutto in Germania. I Paesi emergenti dell’Asia, come Cina e India, contribuiranno alla crescita globale, sebbene a ritmi più lenti rispetto al passato, grazie a politiche di sostegno e investimenti in settori ad alta tecnologia. 

 INFLAZIONE 

Il processo di disinflazione è in fase avanzata in molte delle maggiori economie. Negli USA, l’inflazione dei servizi, che ha rappresentato la componente più difficile da domare, mostra segnali di ridimensionamento grazie un’incidenza progressivamente inferiore dei costi abitativi. Al netto di un effetto confronto sfavorevole nei prossimi mesi che potrebbe condurre ad una lieve riaccelerazione dell’inflazione in alcune economie, il trend disinflattivo dovrebbe proseguire lentamente verso gli obiettivi prefissati dalla banche centrali nei rispettivi Paesi.

 BANCHE CENTRALI 

Le politiche monetarie sono in allentamento nella gran parte delle economie sviluppate ed emergenti. Negli Stati Uniti, il ritmo e l’entità della manovra di allentamento monetario della Federal Reserve dovrebbero seguire una traiettoria lineare. In Eurozona, la BCE potrebbe intervenire in maniera più incisiva rispetto a quanto stimato laddove la crescita in alcune economie del blocco sorprenda in negativo. 

RISCHI 

Nell’attuale contesto economico i principali rischi sono rappresentati dall’acuirsi delle tensioni geopolitiche in atto. Tali circostanze creerebbero le condizioni per un aumento repentino dei prezzi delle materie prime, che influirebbero sull’inflazione e sulle conseguenti azioni di politica monetaria, interrompendo il sentiero di allentamento monetario diffuso che dovrebbe sostenere la crescita economia a livello globale. L’esito delle elezioni statunitensi potrebbe comportare nei primi 100 giorni della nuova presidenza l’annuncio di politiche economiche, fiscali e sociali inattese nella forma o nelle dimensioni. Le implicazioni potrebbero riguardare il livello di deficit e debito complessivo, ma anche le aspettative di inflazione, con conseguente potenziale riverbero sulle decisioni della Fed in tema di politica monetaria

Gianluca Pino

Consulente Finanziario

Come consulente finanziario, ho avuto l’onore di proteggere e pianificare gli investimenti di numerose famiglie italiane per 25 anni, ispirandomi ai valori di un buon padre di famiglia. La mia attività si distingue per l’innovazione, la tecnologia, la qualità del servizio e il valore delle persone.

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Consulente Finanziario a Roma | Private Banker Banca Generali

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Dott.Gianluca Pino | Iscritto all’albo unico dei Consulenti Finanziari sez. I Calabria Delibera n. 11992 del 01/06/1999