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Gianluca Pino

Consulente Finanziario a Roma | Private Banker Banca Generali

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Consulenza Finanziaria e Patrimoniale

Bravura del gestore e caratteristiche personali dell’investitore spiegano solo in parte le scelte finanziare nonché la loro riuscita: fondamentale è la figura del consulente finanziario. Un consulente è in grado di aiutare gli investitori definendo piani realistici, di progettare un chiaro percorso finanziario e di evitare scelte emotive.

Anche l’ampiezza dell’offerta di investimento di oggi rende fondamentale il ruolo della consulenza perché la grande possibilità di scelta può disorientare facendo perdere di vista i propri obiettivi d’investimento, dunque è importante poter disporre di filtri che permettano di fare una selezione.

Per un risparmiatore un buon risultato non dipende solo dalla scelta di buoni fondi ma anche dai consigli e dal supporto del consulente per le scelte di portafoglio. Da Private Banker, il mio ruolo non è solo quello di supportare i miei clienti nelle scelte ma anche di modificarne i comportamenti finanziari in base agli obiettivi prefissati, incoraggiandoli attivamente nel rendere efficiente il portafoglio dal punto di vista finanziario, a gestire il patrimonio tenendo conto della capacità di rischio e a stabilire un percorso previdenziale che permetta di mantenere un adeguato livello di benessere anche durante la pensione.

I parte
II parte
III parte

La Consulenza Evoluta - I parte

La Consulenza Evoluta

Da sempre proteggere, gestire e tramandare nel tempo il patrimonio dei nostri clienti è una cosa importante, ma oggi lo è ancora di più.

Il contesto è cambiato ed è diventato più complesso: prima di tutto sono diminuiti i flussi di nuova ricchezza e per questo ha assunto molta importanza la ricchezza già esistente. La protezione del patrimonio di fronte a una crescita della ricchezza che langue è diventata fondamentale e inevitabilmente gestire gli stock è diventato ancora più importante. Inoltre i tassi sono scesi sotto zero e non valgono più le vecchie correlazioni.

Ma vediamo passo per passo quali sono i cambiamenti rispetto al passato:

Per ciò che concerne il PATRIMONIO FINANZIARIO nel passato esistevano 2 principali asset class (azioni e obbligazioni) a cui si aggiungeva la liquidità; oggi sono una pluralità di asset class (commodity, liquid alternative, flessibili) che devono essere combinate tra loro. Costruire un portafoglio è diventato più complesso. Inoltre le correlazioni nel passato erano semplici e strutturali, oggi ci sono molte più correlazioni e le decorrelazioni esistono sempre meno.

Ieri i titoli di stato dei paesi industrializzati non potevano andare in default, non avevano rischio. Oggi è cambiato tutto, dal maggio 2010, dalla famosa passeggiata di Sarkozy e Merkel a Deauville in cui si decise che la Grecia avrebbe potuto fallire. Da quel momento gli stati sono diventati fallibili. Ieri il tasso d’interesse dei risk free era sempre positivo, oggi il risk free è nullo o negativo. Prendiamo ad esempio il valore medio dell’euribor a 3 mesi, passato da un valore medio del 2,8% del periodo 2007/2010 ad un tasso medio dello -0,3% nel corso del 2016.

La struttura dei tassi è cambiata radicalmente negli ultimi 3 anni passando da uno scenario positivo a uno di tassi a zero. Ieri le banche erano sinonimo di sicurezza, oggi non è più così. Il Bail in ha cambiato le abitudini dei nostri clienti. Prima si mantenevano i soldi sul conto corrente perché era risk free, oggi il c/c non è più risk free. Diventa necessario distinguere e saper riconoscere gli istituti bancari sani. Inoltre un tempo i cicli economici erano prevedibili su base economica mentre oggi non lo sono più e di conseguenza costruire portafogli sulla base di cicli economici diventa sempre più complesso. Si è passati da un paradigma che vedeva come obiettivo primario la crescita di un patrimonio, ad un paradigma che mette al centro la protezione del patrimonio.

Per quanto riguarda il PATRIMONIO IMMOBILIARE, nel passato il valore degli immobili cresceva sempre grazie a una domanda che era sempre in crescita. Ciò era dovuto anche alla domanda demografica.

Oggi la popolazione è molto più vecchia e lo stock di patrimonio è concentrato nelle fasce più anziane della popolazione. Quest’ultimi hanno meno propensione al consumo e ricercano meno immobili. Ciò genera un impatto strutturale sulla domanda di immobili che è e rimarrà debole. Al crescere dell’inflazione il valore dei beni reali cresce. Oggi che non abbiamo più inflazione il valore dei beni reali è fermo.

La struttura dell’inflazione oggi non può più sostenere la crescita del valore nominale degli immobili. Siamo passati da un tasso medio tra il 1990 e il 1999 del 4,1% ad un tasso dello -0,1% nel corso del 2016. L’aumento dei costi di detenzione non è dovuto solo al profilo fiscale ma anche perché gli immobili hanno bisogno di più manutenzione per adeguarsi alle nuove normative. Oggi la tassazione è focalizzata sempre di più sul patrimonio, mentre in passato era basata principalmente sul reddito.

Negli ultimi 15 anni abbiamo già assistito ad un aumento della tassazione sugli immobili. Inoltre se facciamo un confronto con gli altri paesi europei che hanno già valori molto più alti, è difficile pensare che la tassazione italiana possa scendere. Nel passato i clienti potevano ragionevolmente pensare: «L’immobiliare non ti tradisce mai». Oggi è vero invece che gli immobili costano.

Quindi maggiore complessità del patrimonio finanziario, maggiore complessità del patrimonio immobiliare richiedono un intervento di consulenza da parte del Consulente Finanziario.

(Segue)

La Consulenza Evoluta - II parte

La Consulenza Evoluta

Ricapitolando..quindi maggiore complessità del patrimonio finanziario, maggiore complessità del patrimonio immobiliare richiedono un intervento di consulenza da parte del Consulente Finanziario.

A ciò si aggiunge la dimensione dello SCENARIO PREVIDENZIALE.

Come abbiamo visto nel precedente articolo dedicato alla previdenza complementare, oggi, a causa della struttura dei tassi, l’investimento del TFR non è più in grado di generare un flusso che integri in maniera significativa l’assegno pensionistico che è inoltre molto più basso rispetto al passato.

Un ulteriore elemento di complessità è il PASSAGGIO GENERAZIONALE.

La composizione delle famiglie era tradizionale, oggi le famiglie sono più articolate e complesse come segnalato dal dato delle separazioni e divorzi. Le imposte e le donazioni sono basse, ma è una situazione anomala che non potrà durare a lungo. Basta confrontare il dato attuale del prelievo sulle successioni e donazioni con i principali paesi europei per capire che necessariamente nel futuro ci sarà un aumento del prelievo per una tendenza alla convergenza. Oltre ad un aumento del prelievo è ragionevole aspettarsi anche una revisione al rialzo dei valori catastali, come ci richiede da tempo anche la Commissione Europea.

Infatti allo stato attuale il valore catastale è molto più basso del valore di mercato. Quindi in passato ci si poteva permettere il lusso di non affrontare il tema successorio. Oggi è il momento di pianificare.

A ciò si aggiunge, per chi è imprenditore, il tema della precarietà del lavoro e del rapido mutamento degli scenari di mercato. È diminuita la stabilità dei modelli di business, sempre più spesso si affacciano sul mercato nuove aziende che in poco tempo diventano leader e aziende storiche vengono espulse dal mercato in tempi molto rapidi.

Possiamo quindi dire che è aumentata la necessità di:

– gestire la complessità del mondo finanziario;

– affrontare il cambiamento di paradigma del mondo immobiliare;

– costruire la propria previdenza;

– pianificare il passaggio generazionale;

– aggiornare e pianificare il futuro imprenditoriale.

Quando cresce la complessità cresce il bisogno di avere consigli da persone di cui ci si fida (esperti).

Cresce il bisogno di consulenza.

La Consulenza Evoluta - III parte

La Consulenza Evoluta

Come abbiamo avuto modo di vedere con i precedenti articoli stiamo assistendo oggi a profondi mutamenti; questi cambiamenti coinvolgono in maniera preponderante il mondo del risparmio e soprattutto quello della consulenza, oggi in forte crescita perché sempre più supportata da strumenti innovativi impensabili solo fino a poco tempo fa.

Primo passo verso questo cambiamento è l’abbattimento delle distanze grazie alla tecnologia: il risparmiatore oggi può incontrare il proprio consulente in un ambiente virtuale potendo eseguire tutta una serie di operazioni quali aggiornamenti delle anagrafiche, monitoraggio dei portafogli, conversioni e via dicendo, tutte operazioni che prima richiedevano la presenza fisica e la propria firma su carta.

Questo determina una riduzione significativa dei costi e una maggiore efficienza il che si traduce in termini di risparmio di tempo sia per i clienti sia per i consulenti. Altro elemento importante è la sinergia professionale che negli ultimi tempi si sta sviluppando tra il consulente e una serie di figure specialistiche quali il notaio, l’avvocato, il commercialista etc. Avvalersi delle competenze di questi professionisti permette a quest’ultimo di diventare un interlocutore a 360 gradi, specializzato e completo.

Oggi un Consulente è in grado di dettagliare e valorizzare temi come la pianificazione finanziaria, la costruzione di un portafoglio in base a degli obiettivi o delle esigenze concrete e personali, il monitoraggio dei rischi legati ai propri investimenti, nonché l’analisi della fiscalità patrimoniale.Ma cosa cambia in termini di prezzo? Sostanzialmente possiamo sostenere che prima, con il sistema di banca tradizionale si credeva che il servizio di consulenza fosse gratuito in realtà ogni prodotto venduto prevedeva dei costi taciti.

Oggi questo è il vero cambiamento: con l’avvento della MIFID 2 verrà abbandonato il regime di costi impliciti per passare a un regime di costi espliciti. Il risparmiatore riceverà un prospetto dove verrà esplicitato quanti soldi lo stesso avrà pagato tra commissioni, consulenza e altro.

Una volta fatto questo, finalmente il cliente potrà stabilire se il servizio ricevuto è all’altezza del costo sostenuto, avendo anche la certezza che non c’è conflitto di interesse, quindi il consulente non gli ha proposto quei prodotti perché sono maggiormente remunerati dalla Banca di appartenenza. Per saperne di più non esitare a contattami.

Dott.Gianluca Pino | Iscritto all’albo unico dei Consulenti Finanziari sez. I Calabria Delibera n. 11992 del 01/06/1999