Gli strumenti di protezione del patrimonio
Il patto di famiglia, introdotto nel codice civile nel 2006 con la modifica dell’art 458 del cc, rappresenta un`importante deroga al divieto di patti successori. L’art. 768 bis cc definisce l’istituto del patto di famiglia come quel contratto con cui un imprenditore trasferisce, in tutto in parte, l’azienda e il titolare di partecipazioni societarie trasferisce, in tutto o in parte, le proprie quote, ad uno o più discendenti.
Il patto di famiglia è uno strumento utile a garantire il passaggio generazionale e la continuità di impresa. Il patto di famiglia consente, infatti, all’imprenditore di trasferire in vita l’azienda a uno o più suoi discendenti senza che il coniuge e gli altri legittimari possano, successivamente alla sua morte, mettere in discussione il patto, chiedendo collazione o riduzione.
La legge prevede un regime agevolato per i trasferimenti di aziende familiari, effettuate anche tramite i patti di famiglia a favore dei discendenti, che si impegnino a continuare l’attività nei successivi cinque anni.
Vediamo insieme un caso
Un imprenditore di 60 anni è socio di maggioranza (80% di una s.r.l.) di un’azienda tessile. La moglie è responsabile della contabilità. Entrambi i figli sono coinvolti nell’azienda di famiglia: una, sposata e con un figlio, si occupa di finanza e controllo, l’altro, anch’esso sposato e con un figlio, si occupa della parte commerciale.
L’azienda ha un patrimonio netto di 1.300.000 euro: è infatti proprietaria del fabbricato e dei macchinari di produzione.
Fa parte del patrimonio di famiglia anche:
• una villa in città del valore di un milione di euro e di due appartamenti di villeggiatura del valore complessivo di 700.000 euro.
• un portafoglio finanziario di 800.000 euro investito prevalentemente in titoli di stato.
Obiettivi di pianificazione:
l’imprenditore vorrebbe pianificare il passaggio generazionale del suo patrimonio. Nutre qualche perplessità sulle capacità a garantire la continuità di impresa della figlia, sempre più assorbita dalle vicende familiari.
QUALE POSSIBILE SOLUZIONE?
L’imprenditore trasferisce con il patto di famiglia la maggioranza delle sue partecipazioni a favore di un figlio, compensando con donazioni di immobili e denaro la quota di legittima spettante all’altra figlia.
La moglie rinuncia alla sua quota di legittima.
Il patto di famiglia consente il trasferimento dell’impresa familiare in neutralità fiscale a condizione che il figlio mantenga il controllo della società per almeno 5 anni.
Consente inoltre di prevenire potenziali conflitti tra i suoi figli all’apertura della sua successione, dal momento che quanto stabilito nel patto non potrà essere oggetto di azione di riduzione e di restituzione da parte dei suoi eredi.