Gli errori comportamentali II Protezione Patrimoniale: È bene che il consulente chiarisca gli effetti dell’inflazione sul potere d’acquisto del patrimonio del cliente nel tempo. Spesso, infatti, si dà per scontato che i clienti considerino gli effetti dell’inflazione, ma ciò non è sempre vero. Le persone ragionano in base ai valori che osservano, cioè quelli nominali, mentre non sono abituati a ragionare in termini reali. Questa evidenza è nota come illusione monetaria. È fondamentale far comprendere al cliente che l’inflazione diminuisce i potere di acquisto del denaro nel tempo, cioè: con la stessa somma di denaro posseduta oggi, in futuro si potranno acquistare meno cose. Per esempio, con un tasso di inflazione del 3%, 500.000 euro oggi varranno circa la metà in termini reali dopo circa 28 anni. Ciò significa che si potrà acquistare una casa grande la metà. In un’ottica di pianificazione finanziaria è dunque fondamentale capire che: ü un tasso di inflazione così basso come negli ultimi anni non è destinato a durare per sempre; ü il valore di quanto pensiamo di disporre in futuro oggi non può sembrare più alto di quanto sarà in realtà, se valutato in termini di potere di acquisto. Il consulente deve far notare al proprio cliente che, se vuole mantenere il potere di acquisto del proprio denaro, dovrà investire in titoli che gli offriranno almeno il tasso di inflazione. Nel fare ciò, non dovrà trascurare i rischi a cui potrà andare incontro in base allo strumento finanziario scelto. Per esempio un cliente potrebbe voler investire in Titoli di Stato a lunga scadenza per ottenere rendimenti più elevati. Molti investitori continuano a considerare i Titoli di Stato come privi di rischio. Ma questo non è vero. L’errata percezione del rischio dipende dal fatto che le persone conoscono un solo tipo di rischio: il rischio di credito o rischio emittente. È il rischio legato al fatto che chi ha emesso il titolo (in questo caso lo Stato italiano) possa fallire. Da questo punto di vista, molti investitori pensano di essere la sicuro credendo che lo Stato Italiano non fallirà. Tuttavia esiste anche il rischio da tasso di interesse che consiste nel fatto che: quando i tassi di mercato risalgono il prezzo dei Titoli di Stato, e delle obbligazioni in generale, scende. Per ogni aumento dell’1% del tasso di interesse, il prezzo dei Btp a 50 anni scende di circa il 27%. In un contesto di tassi bassi, o addirittura negativi, con prospettiva di rialzo dei tassi di interesse, investire in Btp a lunga scadenza è estremamente pericoloso. Alcuni investitori, di fronte alla crescente volatilità e complessità dei mercati finanziari, reagiscono con un atteggiamento di chiusura dettato dalla paura. Questo può portare a non investire, a lasciare i soldi in conto corrente, se non addirittura “sotto il materasso”, pensando che se almeno non si guadagna comunque non si è perso nulla. Purtroppo, questo ragionamento è errato. Non è vero che non si perde: si sta, infatti, perdendo in termine di potere di acquisto. Un altro rischio è il cosiddetto “rischio di longevità” ossia quello derivante dal fatto che si vivrà in media più a lungo. Vivere più a lungo ovviamente è un’opportunità, ma ciò significa che si avrà bisogno di maggiori disponibilità finanziarie per il futuro, per mantenere lo stesso stile di vita. Spesso i clienti sottovalutano le necessità finanziarie di cui dovranno disporre in futuro. Anche qui, l’iper ottimismo e l’overconfidence portano le persone a non pensare, o quanto meno a sottovalutare, la possibilità di trovarsi in queste circostanze. Per concludere possiamo dire che spesso ci si focalizza sugli aspetti tecnici, sulle strategie per risolvere determinati problemi o soddisfare particolari esigenze, senza contemplare gli aspetti emotivi e psicologici sottostanti. Anche la migliore strategia ‘sulla carta’ può fallire se non si tiene conto degli aspetti comportamentali ad essa associati. Al contrario, tenendone conto, il consulente può guidare il cliente nel riconoscere i rischi ai quali è esposto il suo patrimonio e a trovare insieme le più efficaci strategie di protezione.
La Protezione Patrimoniale IV
La Protezione Patrimoniale III
Gli errori comportamentali I La Protezione Patrimoniale: Nell’ambito della protezione patrimoniale vengono commessi molti errori sia di tipo emotivo che di tipo cognitivo. Questi errori prendono il nome di errori comportamentali. Gli errori emotivi sono quelli di origine emozionale, come ad esempio l’ottimismo ingiustificato e l’eccessiva fiducia nelle proprie capacità e conoscenze che portano a sovrastimare la probabilità di eventi positivi e a sottovalutare il rischio. Gli errori cognitiviinvece sono quelli legati al modo di elaborare e gestire le informazioni. Sono errori cognitivi ad esempio quelli che portano a confondere l’obiettivo (sicurezza) con gli strumenti per raggiungerlo. Generalmente le persone tendono a pensare che sia più probabile che a loro capitino eventi positivi, mentre gli eventi negativi sono ritenuti meno probabili, ciò vuol dire che le persone tendono a essere eccessivamente ottimiste. Questo porta a sopravvalutare la probabilità degli eventi positivi e sottovalutare quella di eventi negativi. L’eccessivo ottimismo ci può portare a pensare che anche quando l’economia va male e le prospettive future sono negative, a noi le cose andranno bene o quanto meno meglio che agli altri. Allo stesso modo, l’eccessivo ottimismo, ci può portare a pensare che saremo tranquillamente in grado di far fronte alle nostre esigenze una volta arrivati all’età pensionabile, anche se non si stanno accantonando le risorse sufficienti. Se da un lato l’ottimismo è positivo, a volte può risultare ingiustificato e portare a sottovalutare gli eventi negativi. La conseguenza più frequente è che non si pensa ad una copertura dei rischi, al fine di limitarne l’eventuale impatto negativo, come nel caso di successione, eredità, divisioni patrimoniali argomenti di cui si parla poco frequentemente e mal volentieri. Un consulente deve essere conscio di questo naturale ma pericoloso atteggiamento umano e deve aiutare i propri clienti a valutare correttamente la possibilità di accadimenti sia positivi che negativi, proponendo loro scenari verosimili, nei quali non può essere esclusa la possibilità di eventi negativi che fanno parte della vita. Anche chi è previdente e quindi comprende l’importanza di risparmiare e di investire per il proprio futuro, spesso è vittima di trappole cognitive. Una delle più diffuse è la confusione tra obiettivi e strumenti per raggiungerli. Gli psicologi hanno scoperto che esistono delle interazioni tra i fenomeni comportamentali che quindi si possono influenzare a vicenda. Una delle interazioni più importanti è quella tra illusione del controllo e eccessivo ottimismo: più una persona crede di avere il controllo di una certa situazione, più ottimista diventa. Un altro importante errore emotivo è quello che viene chiamato atteggiamento miope: ci si focalizza eccessivamente sul breve termine senza troppo pensare al medio-lungo periodo. Ad esempio è raro che una persona giovane pensi alle esigenze che avrà quando andrà in pensione. Spesso, inoltre, si sottovalutano le risorse che si dovranno accumulare per far fronte a tali esigenze. Anche qui, il lavoro di un consulente è di fondamentale importanza nel far comprendere al cliente quanto dovrà risparmiare oggi e come dovrà investire per raggiungere i propri obiettivi. Un altro grave errore che viene commesso avviene quando le persone investono pensando ai loro obiettivi di lungo periodo e vogliono essere sicure di raggiungerli. Questo obiettivo di sicurezza, da raggiungere con certezza, fa sì che molti pensino di dover investire in strumenti che percepiscono come sicuri, come i Titoli di Stato. Anche le persone giovani, frequentemente, fra le varie offerte di fondo pensione scelgono le linee più prudenziali, sottovalutando o non valutando affatto che queste spesso offrono rendimenti troppo bassi. Se tale rendimento è più basso del tasso di inflazione, il rendimento reale è negativo: ciò significa che a scadenza il denaro accumulato avrà un potere d’acquisto addirittura inferiore a quanto versato. Ovviamente questo rende difficile il raggiungimento dell’obiettivo prefissato (CONTINUA).
La Protezione Patrimoniale II
I soggetti interessati Protezione Patrimoniale: ma chi sono, quindi, i soggetti interessati alla protezione del patrimonio? Gli imprenditori: la responsabilità ed i rischi connessi all’esercizio di un’attività di impresa sono molteplici: coloro che sono titolari di un patrimonio nutrono, pertanto, una legittima aspettativa di vedere tale patrimonio protetto rispetto alle ipotesi che eventuali creditori possano aggredirlo. La protezione patrimoniale dell’imprenditore dal rischio di fallimento o di mala gestione è fondamentale. È importante verificare che siano state attivate strategie finalizzate a distinguere chiaramente il patrimonio societario a rischio imprenditoriale da quello personale e familiare. I professionisti: sempre più professionisti (avvocati, medici…) sono soggetti a richieste di risarcimento danni e cercano le metodologie più adatte ai fini di tutela del loro patrimonio. In questo caso è essenziale, ai fini della protezione patrimoniale, verificare i limiti di copertura della polizza di RC obbligatoria: massimali, franchigie, scoperti. I dipendenti: nell’ambito della protezione patrimoniale sono una categoria spesso trascurata. Invece è bene sottolineare che il dipendente è soggetto al rischio di cause risarcimento danni, rischio frequentemente sottostimato. Infatti mentre in caso di responsabilità da colpa lieve il dipendente è “coperto” dal datore di lavoro, in caso di colpa grave rimane esposto al rischio risarcimento del danno. Le famiglie: sempre più spesso si evidenzia la necessità di strumenti di tutela per i figli, per il coniuge, per eventuali disabili e di strumenti di protezione adatti a gestire patrimoni in situazioni di convivenza tra due persone non sposate. Inoltre le crisi matrimoniali, in aumento negli ultimi anni, sono spesso accompagnate da obblighi reddituali, patrimoniali, previdenziali e successori. Assegno di mantenimento di coniuge e figli, liquidazione una tantum del coniuge, pensione di reversibilità e parziali diritti successori dell’ex coniuge rappresentano un importante ambito di riflessione in relazione al mantenimento dell’integrità del patrimonio. Le strategie di protezione sono sostanzialmente individuabili nelle seguenti categorie: ü riservatezza: per impedire l’evidenza della disponibilità personale dei beni allo scopo di impedire l’aggressione di terzi creditori, evitare pressioni sui titolari dei beni, affidare istruzioni per la gestione e l’amministrazione di beni a soggetti professionalmente competenti, (intestazione fiduciaria); ü segregazione: separare parte del patrimonio del disponente al fine di sottrarlo all’aggressione dei creditori, sottrarlo alla disponibilità di soggetti non sufficientemente autonomi nelle loro decisioni, ottimizzare la fiscalità (trust, polizze vita, fondo patrimoniale); ü assicurazione: per prevenire i possibili effetti negativi derivanti da eventi che riducono la capacità di reddito della persona o del nucleo familiare o eventi che creano danno patrimoniale (polizze danni, polizze vita); ü pianificazione: una strategia di pianificazione focalizzata sulla protezione della ricchezza della famiglia consiste nel definire le finalità, gli strumenti e le azioni idonee a difendere il patrimoni o da eventi negativi e da possibili decrementi al valore di patrimonio stesso. La pianificazione interessa gli assetti proprietari definendo la ripartizione della ricchezza tra i vari membri della famiglia ed i principi di trasmissione alle generazioni successive (testamento, polizze vita, donazione, patto di famiglia, atti di destinazione, trust); ü governance: una strategia di governance di famiglia e di impresa consiste nel definire e nel far rispettare le regole che disciplinano i rapporti tra membri della famiglia ed i rami familiari nella gestione del patrimonio e dell’impresa familiare per conservare, sviluppare e tramandare la ricchezza della famiglia attraverso generazioni (patti di famiglia, atti di destinazione, donazione, trust, polizze vita).
La Protezione Patrimoniale I
I rischi e gli obiettivi Protezione Patrimoniale: i rischi e gli obiettivi – Le scoperte scientifiche e lo sviluppo tecnologico hanno offerto alla società un numero sempre crescente di benefici contribuendo a rendere l’esistenza più agevole e obiettivamente più sicura ma, paradossalmente, aumentando le fonti di rischio.Un recente approccio sociologico, noto come “società del rischio”, poggia sull’assunto che il processo di modernizzazione sia accompagnato da un crescente proliferare di rischi. “Il contemporaneo mondo del benessere ha fatto emergere una “coscienza del rischio” che porta la società a pretendere sempre maggiori livelli di sicurezza per un numero sempre maggiori di fonti e tipi di rischio” (P. Slovic) Se quindi il rischio, nelle sue varie accezioni, può essere inteso come espressione della società contemporanea, non siamo tuttavia ancora preparati a gestirlo. Le cause di questa diffusione del rischio possono essere in parte ricondotte alla crisi simultaneadelle tre grandi istituzioni su cui era fondata la sicurezza della società: lavoro, famiglia e welfare È noto come queste tre istituzioni siano collegate tra loro e incidano profondamente sulle dinamiche economiche e sociali degli individui. A questi fenomeni di evoluzione sociale, una persistente crisi economica ha raggiunto ulteriori elementi di rischio che spesso si trasformano, per la maggior parte dei nostri clienti, in paure e incertezze: la crisi del sistema bancario, il default degli stati dell’area euro, la crisi del settore immobiliare, l’incremento della pressione fiscale e dei relativi controlli. In uno scenario così complesso e articolato, la richiesta di protezione e prevenzione dai “nuovi rischi”, a volte non chiaramente definita razionalmente ma percepita emotivamente, rappresenta un’esigenza fondamentale dei clienti, esigenza che deve essere compresa e tradotta in strategie e strumenti efficaci. Spesso il tema protezione dei patrimoni viene erroneamente associato alle obbligazioni con creditori e alla conseguente sottrazione dei beni che dovrebbero essere a disposizione per soddisfare i bisogni dei clienti. In realtà, proteggere il proprio patrimonio non significa soltanto porlo al riparo da eventuali aggressione dei creditori, bensì anche preservarlo da tutti i potenziali rischi che direttamente o indirettamente compromettono il valore dei propri assets. La protezione patrimoniale in realtà ha degli obiettivi che possono essere suddivisi in tre macro aree di riferimento: · Gestione del patrimonio: ha come obiettivo ottimizzare dal punto di vista finanziario, patrimoniale e fiscale le risorse disponibili, favorendone lo sviluppo e la crescita nel tempo, anche attraverso una politica di contenimento dei rischi. · Difesa e mantenimento del patrimonio: ha come obiettivo garantire il benessere del nucleo familiare e dei singoli aderenti nel presente e nel futuro, tutelando i propri cari dalle aggressioni ed evitando di intaccare il capitale. · Trasferimento del patrimonio: ha invece come obiettivo pianificare e garantire un’agevole successione nella trasmissione agli eredi del patrimonio e un’efficace continuità nell’impresa e negli interessi familiari.Quali sono i rischi a cui può essere esposto il patrimonio? · rischi personali: salute, disabilità, morte, sicurezza personale; · rischi familiari: divorzio, successione,atti pregiudizievoli di un familiare, aggressione dei creditori; · rischi imprenditoriali/professionali: fallimento, responsabilità civile/professionale; · rischi relativi allo scenario economico e politici/ambientali: inflazione, fiscalità eccessiva, mutamento normativa di riferimento etc. non devono inoltre essere sottovalutati, quelli che potremo definire come rischi immateriali, rappresentati da: una tendenziale inerzia nella gestione unitaria e prospettica della famiglia e del suo patrimonio, un orizzonte temporale di pianificazione non coerente, una educazione finanziaria inadeguata o una family governance sottovalutata.
Trappole Comportamentali: regole per evitarle
Trappole comportamentali Per gli esperti di finanza comportamentale gli operatori sui mercati finanziari non prendono decisioni seguendo la ragione. Trappole comportamentali: regole per evitarle – Lo studio dei comportamenti degli operatori sui mercati finanziari prende il nome di finanza comportamentale e segue una prospettiva che privilegia l’analisi e la descrizione dei fattori psicologici individuali e interpersonali implicati nei vari processi decisionali Questa disciplina scientifica nel corso degli anni ha tentato sempre di più di spiegare fenomeni non razionali manifestati frequentemente dagli operatori del settore giungendo ad una importante considerazione: gli operatori non agiscono seguendo i principi economici razionali ma sono influenzati da variabili quali le esperienze passate, le credenze, il contesto, il formato di presentazione delle informazioni e l’incompletezza informativa. Inoltre quando abbastanza individui mostrano comportamenti che divergono dalle aspettative razionali, può darsi che questi comportamenti abbiano effetti sull’intero mercato. Sappiamo che il cervello umano si è sviluppato adattandosi nel corso dei millenni alla realtà circostante, creando delle regole empiriche, dette euristiche, che ci aiutano nella soluzione dei problemi quotidiani, tuttavia se queste euristiche possono andar bene nella vita di tutti i giorni, in ambito finanziario possono portare ad errori anche molti costosi. Lo scopo della finanza comportamentale è quello di capire come certi comportamenti posso influenzare determinate decisioni di natura finanziaria e cercare di eliminare le cosiddette trappole comportamentali. La paura ad esempio è un sentimento che può risultare determinante in tante scelte. Se quest’emozione è funzionale di fronte a grandi pericoli quando si tratta di patrimoni mobiliari e di investimenti la paura diventa un’insidia, infatti quando un investitore è prigioniero delle sue emozioni è il peggior nemico di se stesso. Accade sempre che nelle fasi di grandi guadagni delle borse gli stati d’animo siano di euforia e di ottimismo invece nelle fasi ribassiste gli investitori siano preda della paura e del panico. Questo comporta che l’investitore entri sui mercati quando la borsa è prossima ai massimi e si sbarazzarsi invece dei propri investimenti quando i mercati si avvicinano ai minimi. Questo accade perché nei mercati finanziari le paure sono il risultato di ciò che è accaduto in passato dove il dolore delle perdite subite ha la meglio sulle aspettative del futuro. Non è facile controllare se stessi con una mente auto-critica ed è per questo che diventa indispensabile affidarsi a un consulente finanziario il quale aiuta a sviluppare il pensiero critico e la buona logica nell’esercizio della gestione dei risparmi. Infatti portafogli autogestiti hanno mediamente risultati peggiori di quelli affidati a un consulente perché oltre alla sua conoscenza del mercato un consulente sa anche gestire le emozioni degli investitori. Il suo distacco emotivo gli permette di prendere decisioni più ponderate sia in fase di euforia sia quando l’investitore preso dallo sconforto rischia di sprecare le migliori condizioni di acquisto. Per poter combattere le trappole mentali, oltre ad affidarsi ad una persona esperta del settore, basterebbe seguire alcune semplici regole come ad esempio non cercare di avere sempre ragione, quando si tratta di investimenti è sempre meglio non esagerare con la fiducia sulla propria capacità di giudizio; non seguire il gregge, meglio resistere alla tentazione di sentirsi al sicuro solo perché ‘così fanno tutti’; evitare di consultare spasmodicamente il proprio portafoglio confrontandolo con le notizie finanziarie o l’andamento dei mercati; evitare di acquistare un titolo solo perché il suo valore è salito: i titoli salgono per vari motivi uno dei quali è perché tutti credono che salgano; cercare di diversificare il più possibile.
Piani di Accumulo
Piani di accumulo Molto spesso ci si interroga su quale sia il migliore modo per investire i propri soldi. Non poche preoccupazioni destano gli investitori: mercati ai massimi che mostrano segni di cedimento, tassi di interesse ai minimi, borsa americana che crolla. Con uno scenario del genere le alternative di investimento sembrano poche. Altro problema rilevante è quello relativo alla mancanza di alfabetizzazione finanziaria, secondo alcune ricerche infatti risulta che l’Italia sia agli ultimi posti in tema di educazione finanziaria. Essere dei risparmiatori istruiti, correttamente informati e consapevoli significa essere investitori in grado di valutare la qualità dei servizi e dei prodotti finanziari proposti con il risultato di ottimizzare la gestione dei propri risparmi, e significa essere in grado di selezionare le migliori opportunità di investimento, porre ai margini del mercato le forme meno competitive ed escluderne quelle fraudolente. Ovviare a tutti questi ‘problemi’ non è cosa semplice, sicuramente però ad oggi abbiamo a disposizione degli strumenti che consentono di investire piccole somme e poco alla volta evitando così di sbagliare il timing e rimanendo di facile comprensione anche per i meno avvezzi. PIANI DI ACCUMULO: COSA SONO E QUALI VANTAGGI OFFRONO I PAC sono dei piani di investimento in fondi comuni che servono a creare del capitale che va a crescere gradualmente nel tempo, sono piccoli investimenti che permettono di risparmiare mettendo da parte una somma di denaro senza nemmeno accorgersene. I PAC sono la soluzione ideale per chi vuole pensare al proprio futuro o investire in maniera graduale. I vantaggi: i versamenti sono mensili e possono essere anche di piccole somme e l’ammontare e la regolarità dei versamenti è a discrezione del cliente, inoltre i PAC possono essere sospesi o interrotti in qualsiasi momento; l’entrata sul mercato a scadenze fisse su un lungo periodo consente di mediare nel tempo il prezzo di ingresso nell’investimento e quindi di attenuare le oscillazioni dei mercati finanziari. Consente inoltre di investire di più a prezzi più bassi proprio perché a parità di versamento le basse quotazioni permettono di comprare più quote. Il timing sbagliato è una delle principali cause dei rendimenti bassi o negativi dei portafogli di molti investitori. Il PAC permette di ottenere non il massimo del rendimento possibile ma risultati migliori in termini di rapporto rischio-rendimento. Come funziona: Per prima cosa si scelgono i prodotti sui quali si vogliono investire periodicamente i risparmi, titoli di Stato, obbligazioni o anche azioni, mediante l’acquisto di quote di fondi comuni di investimento, dopodiché si decide la frequenza, la durata e l’importo dei versamenti. Esempio di PAC: Pensiamo di scegliere di versare in 3 diversi comparti Azionario internazionale, Azioni Italia e Obbligazionario euro, con una frequenza mensile per una durata di 20 anni (240 versamenti) l’importo di euro 600 (200 euro a fondo): Dal grafico è possibile vedere che su un periodo lungo 20 anni ci sono stati diversi momenti ribassisti, solitamente percepiti come momenti di panico ma proprio grazie al meccanismo di accumulo programmato proprio questi momenti sono stati ottime occasioni di acquisto, influenzando il risultato finale in maniera positiva. Questo è solo una delle tante simulazioni che si possono fare avendo a disposizione un calcolatore.
Evoluzione del Contesto – III parte
Evoluzione del Contesto – La consulenza evoluta Evoluzione del contesto – Come abbiamo avuto modo di vedere con i precedenti articoli stiamo assistendo oggi a profondi mutamenti; questi cambiamenti coinvolgono in maniera preponderante il mondo del risparmio e soprattutto quello della consulenza, oggi in forte crescita perché sempre più supportata da strumenti innovativi impensabili solo fino a poco tempo fa.Primo passo verso questo cambiamento è l’abbattimento delle distanze grazie alla tecnologia: il risparmiatore oggi può incontrare il proprio consulente in un ambiente virtuale potendo eseguire tutta una serie di operazioni quali aggiornamenti delle anagrafiche, monitoraggio dei portafogli, conversioni e via dicendo, tutte operazioni che prima richiedevano la presenza fisica e la propria firma su carta. Questo determina una riduzione significativa dei costi e una maggiore efficienza il che si traduce in termini di risparmio di tempo sia per i clienti sia per i consulenti.Altro elemento importante è la sinergia professionale che negli ultimi tempi si sta sviluppando tra il consulente e una serie di figure specialistiche quali il notaio, l’avvocato, il commercialista etc. Avvalersi delle competenze di questi professionisti permette a quest’ultimo di diventare un interlocutore a 360 gradi, specializzato e completo. Oggi un Consulente è in grado di dettagliare e valorizzare temi come la pianificazione finanziaria, la costruzione di un portafoglio in base a degli obiettivi o delle esigenze concrete e personali, il monitoraggio dei rischi legati ai propri investimenti, nonché l’analisi della fiscalità patrimoniale.Ma cosa cambia in termini di prezzo? Sostanzialmente possiamo sostenere che prima, con il sistema di banca tradizionale si credeva che il servizio di consulenza fosse gratuito in realtà ogni prodotto venduto prevedeva dei costi taciti. Oggi questo è il vero cambiamento: con l’avvento della MIFID 2 verrà abbandonato il regime di costi impliciti per passare a un regime di costi espliciti. Il risparmiatore riceverà un prospetto dove verrà esplicitato quanti soldi lo stesso avrà pagato tra commissioni, consulenza e altro. Una volta fatto questo, finalmente il cliente potrà stabilire se il servizio ricevuto è all’altezza del costo sostenuto, avendo anche la certezza che non c’è conflitto di interesse, quindi il consulente non gli ha proposto quei prodotti perché sono maggiormente remunerati dalla Banca di appartenenza. Per saperne di più o per richiedere una consulenza contattami pure, il primo contatto in studio è gratuito!
Evoluzione del Contesto – II parte
Evoluzione del contesto: La Consulenza Evoluta Evoluzione del contesto – Ricapitolando..quindi maggiore complessità del patrimonio finanziario, maggiore complessità del patrimonio immobiliare richiedono un intervento di consulenza da parte del Consulente Finanziario. A ciò si aggiunge la dimensione dello SCENARIO PREVIDENZIALE. Come abbiamo visto nel precedente articolo dedicato alla previdenza complementare, oggi, a causa della struttura dei tassi, l’investimento del TFR non è più in grado di generare un flusso che integri in maniera significativa l’assegno pensionistico che è inoltre molto più basso rispetto al passato. Un ulteriore elemento di complessità è il PASSAGGIO GENERAZIONALE. La composizione delle famiglie era tradizionale, oggi le famiglie sono più articolate e complesse come segnalato dal dato delle separazioni e divorzi. Le imposte e le donazioni sono basse, ma è una situazione anomala che non potrà durare a lungo. Basta confrontare il dato attuale del prelievo sulle successioni e donazioni con i principali paesi europei per capire che necessariamente nel futuro ci sarà un aumento del prelievo per una tendenza alla convergenza. Oltre ad un aumento del prelievo è ragionevole aspettarsi anche una revisione al rialzo dei valori catastali, come ci richiede da tempo anche la Commissione Europea.Infatti allo stato attuale il valore catastale è molto più basso del valore di mercato. Quindi in passato ci si poteva permettere il lusso di non affrontare il tema successorio. Oggi è il momento di pianificare. A ciò si aggiunge, per chi è imprenditore, il tema della precarietà del lavoro e del rapido mutamento degli scenari di mercato. È diminuita la stabilità dei modelli di business, sempre più spesso si affacciano sul mercato nuove aziende che in poco tempo diventano leader e aziende storiche vengono espulse dal mercato in tempi molto rapidi. Possiamo quindi dire che è aumentata la necessità di:– gestire la complessità del mondo finanziario;– affrontare il cambiamento di paradigma del mondo immobiliare;– costruire la propria previdenza;– pianificare il passaggio generazionale;– aggiornare e pianificare il futuro imprenditoriale. Quando cresce la complessità cresce il bisogno di avere consigli da persone di cui ci si fida (esperti).Cresce il bisogno di consulenza.
Evoluzione del Contesto – La Consulenza Evoluta – I parte
La Consulenza Evoluta La Consulenza Evoluta: Da sempre proteggere, gestire e tramandare nel tempo il patrimonio dei nostri clienti è una cosa importante, ma oggi lo è ancora di più. Il contesto è cambiato ed è diventato più complesso: prima di tutto sono diminuiti i flussi di nuova ricchezza e per questo ha assunto molta importanza la ricchezza già esistente. La protezione del patrimonio di fronte a una crescita della ricchezza che langue è diventata fondamentale e inevitabilmente gestire gli stock è diventato ancora più importante. Inoltre i tassi sono scesi sotto zero e non valgono più le vecchie correlazioni. Ma vediamo passo per passo quali sono i cambiamenti rispetto al passato: Per ciò che concerne il PATRIMONIO FINANZIARIO nel passato esistevano 2 principali asset class (azioni e obbligazioni) a cui si aggiungeva la liquidità; oggi sono una pluralità di asset class (commodity, liquid alternative, flessibili) che devono essere combinate tra loro. Costruire un portafoglio è diventato più complesso. Inoltre le correlazioni nel passato erano semplici e strutturali, oggi ci sono molte più correlazioni e le decorrelazioni esistono sempre meno. Ieri i titoli di stato dei paesi industrializzati non potevano andare in default, non avevano rischio. Oggi è cambiato tutto, dal maggio 2010, dalla famosa passeggiata di Sarkozy e Merkel a Deauville in cui si decise che la Grecia avrebbe potuto fallire. Da quel momento gli stati sono diventati fallibili. Ieri il tasso d’interesse dei risk free era sempre positivo, oggi il risk free è nullo o negativo. Prendiamo ad esempio il valore medio dell’euribor a 3 mesi, passato da un valore medio del 2,8% del periodo 2007/2010 ad un tasso medio dello -0,3% nel corso del 2016. La struttura dei tassi è cambiata radicalmente negli ultimi 3 anni passando da uno scenario positivo a uno di tassi a zero. Ieri le banche erano sinonimo di sicurezza, oggi non è più così. Il Bail in ha cambiato le abitudini dei nostri clienti. Prima si mantenevano i soldi sul conto corrente perché era risk free, oggi il c/c non è più risk free. Diventa necessario distinguere e saper riconoscere gli istituti bancari sani. Inoltre un tempo i cicli economici erano prevedibili su base economica mentre oggi non lo sono più e di conseguenza costruire portafogli sulla base di cicli economici diventa sempre più complesso. Si è passati da un paradigma che vedeva come obiettivo primario la crescita di un patrimonio, ad un paradigma che mette al centro la protezione del patrimonio. Per quanto riguarda il PATRIMONIO IMMOBILIARE, nel passato il valore degli immobili cresceva sempre grazie a una domanda che era sempre in crescita. Ciò era dovuto anche alla domanda demografica. Oggi la popolazione è molto più vecchia e lo stock di patrimonio è concentrato nelle fasce più anziane della popolazione. Quest’ultimi hanno meno propensione al consumo e ricercano meno immobili. Ciò genera un impatto strutturale sulla domanda di immobili che è e rimarrà debole. Al crescere dell’inflazione il valore dei beni reali cresce. Oggi che non abbiamo più inflazione il valore dei beni reali è fermo. La struttura dell’inflazione oggi non può più sostenere la crescita del valore nominale degli immobili. Siamo passati da un tasso medio tra il 1990 e il 1999 del 4,1% ad un tasso dello -0,1% nel corso del 2016. L’aumento dei costi di detenzione non è dovuto solo al profilo fiscale ma anche perché gli immobili hanno bisogno di più manutenzione per adeguarsi alle nuove normative. Oggi la tassazione è focalizzata sempre di più sul patrimonio, mentre in passato era basata principalmente sul reddito. Negli ultimi 15 anni abbiamo già assistito ad un aumento della tassazione sugli immobili. Inoltre se facciamo un confronto con gli altri paesi europei che hanno già valori molto più alti, è difficile pensare che la tassazione italiana possa scendere. Nel passato i clienti potevano ragionevolmente pensare: «L’immobiliare non ti tradisce mai». Oggi è vero invece che gli immobili costano. Quindi maggiore complessità del patrimonio finanziario, maggiore complessità del patrimonio immobiliare richiedono un intervento di consulenza da parte del Consulente Finanziario.(Segue)